Fantasie del tempo.

1 Maggio 2023

redazione in italiano a cura di Stefano Belloni

Capitolo 1. All’inizio della giornata..

Anastasia si sentiva insolitamente leggera. Il raggio di sole dell’alba nel verde degli alberi addormentati era quasi incolore, solo leggermente dorato, così come il lungo vestito della ragazza. Il suo marito si preparava a un duello di allenamento con un amico. Entrambi i cavalieri erano in sella a magnifici cavalli. Anastasia improvvisamente sospirò pesantemente: se solo suo marito rinunciasse al trono… allora se ne andrebbero da qui con il loro figlio…

Ah, sì… Il servitore. Il vero padre del bambino è solo un servo… Ma questo non importa a lei o a suo marito. E chi si preoccuperebbe di questo in un altro paese… Anastasia vide improvvisamente un enorme specchio. “Da dove viene nella foresta? Un grande specchio incorniciato fatto in Italia, credo di averne visto uno nella lontana città di Mantova” – La ragazza si avvicinò e lo guardò… “Dio, sono così strana, il mio viso è così pallido… Tutta lentigginosa, non sono bella… E poi sono così magra…Però i miei capelli…” e infatti i lunghi capelli della ragazza nello specchio arrivavano fino a terra ed erano completamente rossi. Avvolgevan il suo corpo esile come fosse una nuvola soffice e magica. “Come sono belli. – I pensieri di Anastasia fluivano oramai più lentamente. Questa ragazza ha circa tredici anni e ha un figlio e un marito… Dove mi trovo?”

Il brusco suono della sveglia ha letteralmente cacciato Anastasia dal suo sonno profondo all’inizio della giornata. Erano le 6.30 del mattino, la ragazza si era letteralmente rotolata sul tappetino da yoga preparato ieri sera per la lezione mattutina. Poi, obbedendo a un attacco di pigrizia, si alzò e si diresse verso il soggiorno. Sempre automaticamente, accese la costosa macchina del caffè che aveva strappato all’ex marito e iniziò a vestirsi freneticamente per andare al lavoro. I leggeri ricordi del sonno avvolgevano i suoi movimenti in una strana nuvola dorata e cominciavano ad assumere una certa dolorosa lentezza e, quando la ragazza si avvicinò allo specchio, per un attimo smisse di respirare come fosse dopo una doccia gelata:

Non c’erano più i lunghi capelli rossi che lei continuava a sentirsi addosso.. Anastasia di nuovo era una ragazza mora, con il taglio a caschetto, con un viso pallido ed espressivo, senza alcun segno di lentiggine. Solamente gli occhi sembravano o più grandi o più verdi. Еppure nel suo sguardo ora c’era qualcosa di diverso.

“Ma allora perché continuo a sentire i lunghi riccioli rossi che mi scendono lungo la schiena e mi avvolgono?.. Allora quella ragazza nel sogno ero io”, – pensò tra sé e sé. – Il sogno era sorprendentemente realistico, ma le favole si dissolvono alla luce del mattino… Come alcuni amanti”, Anastasia sorrise al suo riflesso e si affrettò ad andare al lavoro.

***

Erano quasi le undici, quando Anastasia decise di fare una piccola pausa e prendere il caffè. Improvvisamente sentì di nuovo il peso dei capelli rossi sulla schiena e un rilassamento diffuso sul suo corpo. Si bloccò con la tazzina in mano: all’improvviso si sentì chiaramente nel corpo di una giovane ragazza, moglie e madre, che veniva accudita dalla servitù.

“Bonjour, bonjour”, – mormorò Lorenzo apparendo all’improvviso nella stanza con il suo sorriso da macho e la battuta pronta: “vedi, che so sempre dove sei, riesco a leggerti nel pensiero, baby”… Anastasia ricordò improvvisamente una radura nel suo sogno e si rese conto che quella foresta si trovasse da qualche parte in Francia, vicino a Parigi…

-Sei mai stato a Parigi?”, chiese bruscamente al ragazzo.

Lorenzo scrollò le spalle in modo indipendente:

-No, mai. Non mi interessa Parigi. Anche tu, come tutti i russi, ami la Francia e la lingua francese?

Anastasia uscì dai ricordi del suo sogno e osservò che pure l’Italia piacesse molto ai russi… Si affrettò a lasciare la stanza, ma Lorenzo la chiamò:

– Ecco il tuo pomander, portalo via o qualcuno te lo ruberà!

Anastasia non sapeva cosa fosse un pomander e l’oggetto nelle mani del collega non era suo.

Ma qualcosa la spinse a prendere dalle mani di Lorenzo un’ampolla d’argento simile a una mela.

– “Pomme d’ambre” … È un vero pezzo d’antiquariato, l’hai rubato in un museo?” chiese Lorenzo. – Mio padre ha una bottiglia di incenso simile nella sua collezione.

“Quando non sai cosa dire, sorridi misteriosamente e taci “, pensò Anastasia.

Anastasia riprese in mano il pomander, da qualche parte fuori dalla finestra, sentì il rumore degli zoccoli dei cavalli, ma non ne fu sorpresa, inalò il profumo del pomander e sentì il suo corpo alleggerirsi come se volasse in un sonno profondo…
Anastasia aprì gli occhi. La stanza le era completamente sconosciuta. La ragazza si avvicinò all’enorme finestra. Fuori c’erano pochissime persone, Anastasia aveva la sensazione che fosse mattina presto. Dalla finestra poteva vedere una piccola piazza, una catena di montagne e la statua di un angelo… Anastasia sentì lo sguardo di qualcuno. C’era un bambino seduto su una panchina in basso. La fissava con lo sguardo e accarezzava un piccolo gattino. Il ragazzo sorrise e la salutò molto lentamente. Anastasia sentì una forza irresistibile che la spingeva d’andare subito in piazza. Corse giù per i gradini il più velocemente possibile: le scale sembravano infinite e il suo cuore battè più forte di una campana di chiesa. “Ecco il dottore!”, gridò una donna. Anastasia ha visto il bambino della strada sdraiato sul pavimento nel disperato tentativo di respirare. La donna, con il volto stravolto dalla paura, tese le mani imploranti ad Anastasia.

Ma la telefonata interruppe la pausa imbarazzante, costringendoli a tornare al loro posto di lavoro.

Anastasia ripose frettolosamente la boccetta di profumo nella sua borsetta e colse lo sguardo pesante e insistente di Lorenzo, dimenticandolo immediatamente…


La sera, sdraiata a letto, Anastasia fissava antico pomander. Lorenzo, estremamente riluttante ad infilarsi nei jeans, all’improvviso e con gelosia le fa la stessa domanda della mattina

– Allora? Chi ti ha regalato quasta сosa?…


-l’avevo ereditato dalla divisione dei beni dal mio l’ex marito, – Anastasia non esitò a mentire..

– Lo immaginavo, – disse Lorenzo con un sospiro, abbottonandosi stancamente la camicia.

– Da quanto tempo l’hai notato qui in casa mia? – chiese Anastasia.

-Da molto tempo, – disse Lorenzo con sicurezza, – l’hai messo sulla mensola insieme al tuo solito profumo e io ho pensato che fossi sbadato lasciare a vista un oggitto così raro e prezioso… Potevi anche appenderlo al collo o alla cintura, come una vera contessa!-

Lorenzo rise, e Anastesia notò che fino a quel momento lui era l’unico ad essere appeso al suo collo.

In realtà, si sentiva a disagio: era sicura di non aver mai visto quella fiala prima. La ragazza si rimproverò per questo interesse mercantile, ma decise comunque di andare in un negozio “Comprooro” lontano da casa, e di vendere l’oggetto. Anastasia strinse gli occhi in piacevole attesa di ricevere una somma cospicua e all’improvviso sentì un odore pungente e monotono di profumo… La ragazza fissò il pomander con stupore. Il profumo proveniva proprio da lui ed era insolito, troppo persistente e profondo… Piacevole e fastidioso allo stesso tempo.

Anastasia riprese in mano il pomander, da qualche parte fuori dalla finestra, sentì il rumore degli zoccoli dei cavalli, ma non ne fu sorpresa, inalò il profumo del pomander e sentì il suo corpo alleggerirsi come se volasse in un sonno profondo…

CAPITOLO 2. PRANZO DI NATALE


    Anastasia aprì gli occhi. La stanza le era completamente sconosciuta. La ragazza si avvicinò all’enorme finestra. Fuori c’erano pochissime persone, Anastasia aveva la sensazione che fosse mattina presto. Dalla finestra poteva vedere una piccola piazza, una catena di montagne e la statua di un angelo… Anastasia sentì lo sguardo di qualcuno.  C’era un bambino seduto su una panchina in basso. La fissava con lo sguardo e accarezzava un piccolo gattino. Il ragazzo sorrise e la salutò molto lentamente. Anastasia sentì una forza irresistibile che la spingeva d’andare subito in piazza.  Corse giù per i gradini il più velocemente possibile: le scale sembravano infinite e il suo cuore battè più forte di una campana di chiesa.

“Ecco il dottore!”,- gridò una donna. Anastasia ha visto il bambino della strada sdraiato sul pavimento nel disperato tentativo di respirare. La donna, con il volto stravolto dalla paura, tese le mani imploranti ad Anastasia. 


-Che cosa ci fai Lei in piedi?! Sta morendo. Lei è un medico!


Anastasia ha sentito l’odore di alcol: un uomo sconosciuto l’ha afferrò rudemente per le spalle e l’ha letteralmente gettò a terra accanto al bambino.

“Non sono un medico!” Un urlo muto risuonò nella mente di Anasthesia.

-O salvi subito il mio bambino o ti strangolo con le mie mani!

Anastаsia si guardò freneticamente intorno: il tavolo, le tazze… Il calendario sulla parete, sembra tedesco… 1983! Com’è possibile! Ci sono delle pillole sul tavolo… No! Le vitamine…

-Dottore, cosa c’è che non va in mio figlio? Non è mai stato malato, per la prima volta in sei anni oggi gli ho dato delle vitamine, fa così freddo qui ad Innsbruck, – piangeva la donna – è sempre stato sano…

Anastasia si rende improvvisamente conto che in qualche modo finì nel 1983 nella città montana austriaca di Innsbruck… E che fosse un medico…

Il padre della bambina le afferrò il polso, ma Anastasia sentì improvvisamente un odore di profumo. “Certo, è una boccetta di incenso magico!”. Lo lanciò fulmineamente in faccia all’uomo sconvolto. Ululò dolore e si accasciò sul divano: l’incenso gli bruciò il viso e pare gli entrò negli occhi. Anastasia tastò qualcos’altro nella tasca della sua veste: “Oh sì! Certo, come è facile”.

– Tenga il bambino, gli faccio un’iniezione. È un’allergia alle vitamine. Ora Anestesia sapeva esattamente cosa fare. Guidata da una forza sconosciuta, tirò fuori la siringa già pronta e fece l’iniezione al ragazzo… Tutti si sono bloccarono.

Il ragazzo smise improvvisamente di contorcersi convulsamente e respirò in modo più regolare… Dopo un po’ aprì i suoi occhi dal colore blu e guardò nel cuore di Anastasia.

-Dov’è il mio gatto? – chiese e cercò di alzarsi.

La madre, ancora singhiozzante, fece sedere il ragazzo sul divano accanto al padre, che si era calmato.

Un piccolo gattino grigio con un grande fiocco apparve dal corridoio.

Anastasia prese tra le braccia e lo portò al ragazzo.

-Devi già andartene? – chiese il bambino, lanciandole un lungo sguardo.

-Sì, ma non so come trovare la strada di casa”, rispose nervosamente Anastesia. Il padre della bambina le porse silenziosamente una fiala con il resto dell’incenso. Il bambino continuò a fissare Anastasia per qualche secondo, poi sospirò e disse:


-Ti regalo il mio gattino, prenditi cura di lui, è un bel gattino. E sai.. i gatti trovano sempre la strada per tornare a casa.

Anastasia prese il gattino tra le sue braccia.. Senti le fusa e poi… Sveglia!

Il cellulare era pieno di messaggi… “Buon Natale! Buon Natale!”


Anastasia si sfrega gli occhi incredula: Italia, città di Modena, 2019 d.C.

Era un sogno..? Un’antica e misteriosa fiala faceva bella mostra di sé sul comò… ed era quasi vuota…

I pensieri di Anastasia furono interrotti da un suono sgradevole proveniente dalla terrazza innevata… La ragazza si avvolse in un cardigan rosa e aprì la porta… Sulla terrazza, un piccolo gatto grigio miagolava pietosamente.

“Non può essere vero”, Anastasia ebbe solo il tempo di pensare, prima che il gattino si intrufolasse nell’appartamento e si nascondesse sotto il letto…

-Trovare un animale randagio in casa a Natale… È un dono magico, tesoro. Dovrai tenere il gattino, – commentò uno degli ospiti della cena di Natale. Anastasia non poteva recarsi dai suoi genitori in Russia per le vacanze a causa del suo lavoro, quindi la metà dei presenti alla cena di Natale non la conosceva.

– Questa è la mia migliore amica Monica e suo figlio Nicolo”, – disse l’amica che aveva invitato Anastasia presentandola con cura agli ospiti.

Anastasia sussultò. Una donna sconosciuta era seduta sulla sedia e lo stesso ragazzo del sogno era in piedi dietro di lei. Le massaggiava la testa in modo insolito.

Sembrava più grande , ma era decisamente lui, il bambino del sogno

– Piacere di conoscerti- borbottò Anastasia. – E cosa fa il bambino?

-Non sorprendetevi, è il piccolo guaritore della famiglia. Sa come alleviare il dolore con le mani, – spiegò tranquillamente la donna.

-Futuro osteopata?

-Direi un po’ di più di un semplice osteopata’ – disse a bassa voce la madre del bambino.

– Non sono un mago, naturalmente, – osservò Nicolò, – ma a volte mi sento come una pietra in mano quando curo le persone Credo di dovermi abituare a lavare le mani dopo le sedute. Anche se credo che presto indosseremo tutti dei guanti sai… Ma non per molto tempo, forse per un anno.

Anastasia e la madre del bambino si guardarono sconcertate e all’improvviso Nicolò strizzò sottilmente l’occhio ad Anastasia:

-E ho un regalo per te, è laggiù sul tavolo dove ti siederai a pranzo.

Anastasia guardò il tavolo di Natale e notò un piccolo pacco. Con impazienza la ragazza lo scartò…Era un fiocco, un fiocco abbastanza grande per un piccolo gattino. Aveva il nome “Рок”*ricamato in russo in oro, Anastasia voleva chiedere qualcosa a Nicolò, ma il ragazzo stava già andando nella stanza dei giochi con gli altri bambini. Nel corridoio si voltò e la salutò lentamente. Anastasia sorrise involontariamente e sentì che qualcosa di vero, qualcosa di buono era ancora vivo nel nostro pazzo mondo moderno.

Dicembre 2022, Italia, Liguria

*РОК (R O:K =рок) = DESTINO, FATUM

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